Il caso

«Caro Meneguzzi, le critiche a X-Factor e le ragazze che parlano di sesso ti portano visibilità»

Mirko D'Urso, fondatore del Centro culturale MAT, commenta la sfuriata di Paolo Meneguzzi dopo la bocciatura delle ticinesi Ragazze Punk a X Factor
© Instagram (Ragazze Punk)
Red. Online
22.09.2023 12:37

«I giudici hanno deciso di massacrarle senza motivo, semplicemente perché proponevano un pop leggero». Così, Paolo Meneguzzi, ha riassunto l'esito negativo delle audizioni delle Ragazze Punk – allieve della sua Pop Music School – a X Factor Italia. In realtà il suo è stato un lunghissimo sfogo, in cui ha attaccato i giudici del programma. Uno su tutti Fedez, «il “Signor Disco Paradise”, che giudica il testo da cima a fondo, come se fosse Paul McCartney». Già negli scorsi mesi Meneguzzi ha portato avanti una battaglia social, se così si può dire, contro testi di canzoni «vergognosi, misogini, sessisti e violenti». Tanto da arrivare a chiedere alla «politica» di «mettere limiti a certi personaggi», puntando il dito nello specifico contro artisti quali Fedez, Sfera Ebbasta, J-Ax e Emis Killa. «I nostri figli sono influenzati dalla musica più che da una brava famiglia e troppo spesso da artisti volgari, da testi volgari, da messaggi sbagliati. La musica può essere una cattiva guida se non ci saranno delle regole certe».

Ne sono seguiti vari botta e risposta e dissing vari. Ma, oggi, dopo l'attacco in difesa delle Ragazze Punk, la discussione ha assunto un connotato «nostrano». A rispondere a Paolo Meneguzzi è infatti stato Mirko D'Urso (sempre sui social), attore teatrale e titolare del Centro culturale MAT fondato nel 2008. Che al cantante orgogliosamente «pop» recrimina proprio questo: gli attacchi contro quei testi che veicolano messaggi sbagliati. O meglio, una certa mancanza di coerenza. «Sono assolutamente d’accordo con te quando scrivi che molti testi scritti per canzoni di successo siano vergognosi, misogini, sessisti e violenti. Ed è importante provare ad inculcare messaggi diversi ai nostri giovani – scrive –. Però poi guardo il video di Stella di Hollywood (il brano delle Ragazze Punk, ndr.) e rimango deluso».

D'Urso parte dalle immagini del video: «La maggior parte delle ragazze (tutte bellissime) sono in abiti succinti e molte inquadrature sono oggettivamente volgari per delle ragazze che hanno 16 anni. Prendo come esempio il momento dove la ragazza con la tuta rossa si struscia in mezzo alle gambe il pallone da basket. Ma sono diverse le immagini nel video che sessualizzano queste ragazzine e se sei onesto con i tuoi pensieri dovresti ammetterlo pure tu».

Poi, il testo della canzone, che il direttore del MAT giudica «oggettivamente misogino», in quanto «dà l’immagine della ragazzina alla ricerca del suo sugardaddy»: «Coprimi di inganni con il tuo cash», cantano le ragazze, «portami a farmi provare la Porsche», «dimmi che mi fai viaggiare sul private jet», «chiudimi in questa supercar e fai di me ciò che sai, ciò che vuoi». Con «tra l’altro ragazze che tacciano da bitch altre donne». Quindi, l'affronto a Meneguzzi: «Anche questi sono messaggi pericolosi. Non solo quelli cantanti da rapper italiani maggiorenni».

Un appunto. Nella descrizione del video della canzone, su YouTube, la Pop Music School precisa: «Le Ragazze Punk scrivono i loro brani. Stella di Hollywood è una storia immaginaria di quello che queste ragazze vedono ogni giorno in discoteca e nei locali che frequentano. La voglia sfrenata di apparire e la ricerca di una vita fatta di ricchezza e fama. Nel video invece le ragazze vogliono rappresentare in maniera molto semplice, che ci si può divertire anche senza troppi soldi, ma con un furgone scassato e con una bella energia».

La discussione è aperta. Due «fondatori di due realtà artistiche molto grandi in Ticino» (questa la definizione di Mirko D'Urso) che si scontrano non tanto sulla musica quanto sul contesto. Con il fondatore del MAT che accusa il fondatore della Pop Music School di «poca coerenza». Perché denuncia i testi misogini ma poi basta ascoltare le parole delle sue allieve per ritrovarli tali e quali. Perché «sa benissimo che fare un video con belle ragazze con vestiti succinti carine che parlano (cantano) di sesso porta views e seguito». Perché «tagga Fedez, J-Ax e tutti gli altri nei post affinché le polemiche diventino virali». Così come sa «che il post polemico su X Factor porterà le persone a cercare di vedere quanto successo portando visibilità alle ragazze». E perché «sa benissimo come funzionano i talent e il marcio che li circonda» ma porta i suoi allievi alle selezioni «per un discorso puramente commerciale».

In conclusione, D'Urso ribadisce la sua «stima» a Paolo Meneguzzi e al suo lavoro («con visioni diverse»), augurandosi «che le sue giuste battaglie possano sfociare anche in prodotti artistici che non strizzino l’occhio solo al commerciale e alla ricerca di visibilità». Ora non resta che aspettare una risposta che (immaginiamo) non tarderà ad arrivare.